L’endodonzia è la branca dell’odontoiatria che si occupa della prevenzione, della
diagnosi e del trattamento delle patologie e delle lesioni a carico dell’endodonto, lo
spazio interno al dente che contiene la polpa dentale. La polpa dentale è il tessuto
che contiene i vasi sanguigni e il nervo del dente; si trova nel canale che scorre
all’interno del dente e si estende dalla camera pulpare attraverso il canale radicolare
fino all’apice della radice. I denti anteriori (incisivi e canini) solitamente hanno una
sola radice e un solo canale, i premolari possono avere una o due radici e uno o due
canali mentre i molari hanno normalmente tre radici e tre (in rari casi quattro) canali
radicolari.
Che cos’è l’endodonzia?
Il trattamento endodontico, detto anche cura canalare o devitalizzazione, consiste nella
rimozione della polpa dentale infetta e dei residui batterici dall’interno del canale
radicolare, nella disinfezione e allargamento dello stesso e nel successivo riempimento
con un materiale biocompatibile (guttaperca), in modo da evitare la proliferazione di
batteri al suo interno. Con la cura canalare, anche denti molto danneggiati possono
essere salvati, evitando quindi di essere estratti.
Successivamente al trattamento endodontico possono comparire sensibilità alla
masticazione e un leggero gonfiore, risolvibili con i normali farmaci analgesici. Finché il
dente non viene ricostruito vanno evitati cibi troppo duri che potrebbero provocarne la
frattura. Un dente devitalizzato è più fragile di un dente vitale, per cui nella maggior
parte dei casi richiede di essere ricoperto con una corona in ceramica o un intarsio per
garantire un’adeguata protezione contro traumi occlusali e fratture. Controlli periodici, normalmente ogni sei mesi, e una
scrupolosa igiene orale sono fondamentali per permettere al dente curato di durare quanto più a lungo possibile.
Dott. Ignazio Giampaolo Marano
In che cosa consiste il trattamento endodontico?